La Famiglia Pizzocaro (Pizzoccaro, Pizzocchero) è presente a Murano almeno dal XVI secolo, essendo inscritta nel Libro d'Oro isolano agli inizi del '600 con molti nominativi. I vari rami dei Pizzocaro vissero in tutte e quattro le antiche parrocchie muranesi (San Salvador, San Stefano, San Donato e, in minima parte, San Martino). L’amico Alberto Pizzocaro, autore di una approfondita ricerca genealogica tratta dai registri parrocchiali, narra nel suo studio che il proprio ramo familiare risiedette nella circoscrizione della pieve di San Donato fino al 1665. Successivamente, essi abitarono in gran parte nella confinante parrocchia di San Salvador. Molti Pizzocaro furono infatti sepolti presso l’altare della Beata Vergine nella piccola, antica chiesa di San Salvador dov'era presente anche una lapide datata 1672 che citava un VICENTIVS PIZOCARVS, come tramandatoci dal Cicogna nel suo Inscrizioni Veneziane..., Vol. VI, a p. 441. A partire dal XVIII secolo alcuni membri della dinastia si spostarono nel territorio di Cavallino, di Treporti e nell’isola di Sant’Erasmo. Già nel 1882 Vincenzo Zanetti scrive che la famiglia Pizzocaro non è più presente in isola. La diaspora dei Pizzocaro continuò: un ramo della dinastia prese la strada di Jesolo, Torre di Mosto, presso Eraclea, ed infine Nole, piccolo paese della provincia torinese. E dal freddo Piemonte Alberto Pizzocaro e la moglie Elena Boggia sono ritornati nel 2008 in laguna a ricercare le antiche radici... La famiglia Pizzocaro è iscritta nel Libro d’Oro con:
Stemma della Famiglia Pizzocaro Scudo troncato, campo argento superiore e bande di probabile color verde nella parte sotto (come attestato nell’Osella del 1762). Si ipotizza anche la presenza di una fascia ristretta di color rosso, testimoniata solo dal fregio del Museo vetrario di Murano, ma non da altri documenti. Quando fu eretto il Ponte di San Donato, nel 1761, furono scolpiti sulla pietra di volta che guarda la chiesa gli stemmi dell’isola, del Podestà, del Camerlengo e dei quattro Deputati isolani, tra i quali Antonio Pizzoccaro (sotto). Insegne e Fornaci della Famiglia Pizzocaro I Pizzocaro risultano proprietari, sul finire del XVII secolo, della vetreria Alla Santa Cattarina e, nel XVIII, delle fornaci Al San Lorenzo Giustiniani , Al San Gaetano e di quella Ai due Santi. Alcuni soprannomi. Vicenzo Pizzoccaro ditto Caner, Angelo Pizzocaro ditto Cabuol, Giacomo Pizzoccaro ditto Loquin o Luchin, Pizzoccheri ditti Targhetta, Domenico Pizzocaro ditto Rossato, Maffio Pizzoccaro ditto Passarin, Vicenzo Pizzoccaro ditto Zocco (XVII secolo); Pizzoccari ditti Spuchia (XVIII secolo). Oselle della Famiglia Pizzocaro Lo stemma dei Pizzocaro appare nelle monete del 1690, 1693, 1713, 1760, 1761, 1762, 1789, 1790 e 1791. Personaggi illustri della Famiglia Pizzocaro Oltre a Deputati e Gastaldi della famiglia Pizzocaro che svolsero un'attività pubblica, vi fu un padre camaldolese, Andrea Pizzocchero, che prese attivamente parte alla settecentesca "diatriba araldica" tra Silvestro Zuffi ed Anselmo Costadoni riguardante lo stemma di Murano. Lo Zuffi, sotto le arcadiche spoglie di Filonomo Gerapolitano offese pesantemente con un libercolo padre Costadoni per aver spacciato come autentico un sigillo a suo dire "tarocco", effigiante il gallo - simbolo di Murano - posto sotto l'immagine di San Donato Vescovo (vedi sotto). I motivi di tanta acredine sembra non debbano attribuirsi ad una sorta di bisogno impellente di stabilire quale fosse la verità araldica riconducibile allo stemma isolano o quella agiografica relativa al santo e alla sua successiva adozione da parte dei muranesi quale loro protettore, ma ad una precedente "...lite di rivalità fra la Chiesa di Santo Stefano e quella di S. Donato di Murano nella quale essendo stato chiamato il Costadoni a conoscere della legalità o meno di una Carta la tenne per legale e giudicò a favore della Chiesa di S. Donato…”, come ci tramanda il Cicogna nel suo Inscrizioni veneziane... Vol. VI, a p. 513. Costadoni diede quindi ragione alla chiesa Matrice di San Donato a danno della controparte, la Chiesa di S. Stefano, cui apparteneva l'abate Zuffi. Andrea Pizzocchero scrisse all'abate Zuffi una piccata lettera in difesa di padre Costadoni, manifestandogli tutti i suoi dubbi riguardo le capacità mentali e letterarie di Filonomo nello scrivere lettere che poi dovessero aver luce. Ho voluto accennare a questa diatriba solo per le grandi polemiche che essa suscitò all'epoca tra gli intellettuali, essendo padre Costadoni una eminente personalità nel mondo accademico di metà settecento. Appofondimenti sulla polemica si possono trovare anche sulla mia opera Il Giallo del Gallo... (Vedi Bibliografia).
Testo ed illustrazioni di Marco Toso Borella |